Nel novembre scorso con il decreto Ronchi - d. lgs. 135/09 art. 15 - il governo italiano ha di fatto imposto la definitiva privatizzazione della gestione dell’acqua ed espropriato i cittadini di un bene comune com’è l’acqua per consegnarlo nelle mani dei privati e dei capitali finanziari. Con tale normativa si è riaperto il dibattito sul valore dell’acqua e sulla sua gestione.
È giusto considerare l’acqua solo come un bisogno dei consumatori e non un diritto da esseri umani? È ammissibile che il bene più importante per la vita sia gestito esclusivamente secondo logiche di profitto e di mercato?
Noi crediamo che l’acqua sia come l’aria, bene essenziale per la vita, di inestimabile valore e che debba essere garantita a tutti e gestita da un ente pubblico, in maniera trasparente ed efficiente, garantendo solo gli interessi dei cittadini!
Siamo convinti che solo il governo pubblico e partecipato della gestione dell’acqua possa garantire il DIRITTO all’ACQUA: la possibilità di accesso indipendentemente dal reddito, il governo trasparente, il reinvestimento di tutti gli utili in opere infrastrutturali che migliorano la qualità del servizio.
Per queste e molteplici altre considerazioni, nel 2007, abbiamo aderito al Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e abbiamo sostenuto la proposta di legge di iniziativa popolare “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del Servizio Idrico”, sensibilizzando la popolazione caterinese e raccogliendo circa ottocento sottoscrizioni.
Alla luce del decreto Ronchi, oggi come ieri, con il movimento civico spontaneo Partecipare Santa Caterina, continuiamo a sostenere che l’acqua sia un diritto inalienabile e che sull’acqua non si possa speculare!!
Per questo abbiamo aderito alla campagna nazionale ”Salva l'Acqua” e, insieme al Forum Siciliano dei Moviventi per l'Acqua, promuoviamo la proposta di legge regionale di iniziativa popolare e dei consigli comunali “Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque. Disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia”, i cui obiettivi sono : la tutela della risorsa acqua e della sua qualità, la ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e la gestione dello stesso mediante strumenti di democrazia partecipativa.
In questo momento così delicato è necessario che tutti i cittadini siano informati di ciò che è già accaduto e delle possibili conseguenze. Crediamo che l’informazione sia la base della democrazia e che i governi locali e nazionali debbano prendere atto della reale volontà popolare e trasformarla in legge. Non si può tacere dinnanzi ad un parlamento che approva una legge che favorisce pochi affaristi speculatori a scapito dell’interesse comune dei cittadini.
Abbiamo riunito le realtà civiche presenti a Santa Caterina, coinvolgendo anche la chiesa locale ed il comune, ed abbiamo istituito la Rete Caterinese per l'Acqua. Abbiamo lavorato anche a livello provinciale, costituendo la Rete Civica per l'Acqua della provincia di Caltanissetta che raggruppa movimenti e associazioni del nisseno che condividano con noi il valore dell'Acqua .
Concordi con la linea nazionale, abbiamo deciso di promuovere 3 quesiti referendari volti ad abrogare la vergognosa legge approvata dall’attuale governo nel novembre 2009 e le norme approvate da altri governi in passato che andavano nella stessa direzione, quella di considerare l’acqua una merce e la sua gestione finalizzata a produrre profitti.
Dal punto di vista normativo, l’approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l’affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000. Tale articolo prevede il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente “privo di rilevanza economica”, servizio di interesse generale e privo di profitti nella sua erogazione. Verrebbero poste le premesse migliori per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini. E si riaprirebbe sui territori la discussione e il confronto sulla ricostituzione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.
Vogliamo togliere l’acqua dal mercato e i profitti dall’acqua.
Vogliamo restituire questo bene comune alla gestione condivisa dei territori.
Per garantirne l’accesso a tutte e tutti. Per tutelarlo come bene collettivo.
Per conservarlo per le future generazioni.
PER SAPERNE DI PIÙ di seguito normative, documenti, commenti, approfondimenti, video, link..
^^^Perchè tre referendum sull’acqua
^^^Che dicono i referendum
^^^Leggi la relazione introduttiva e i tre quesiti referendari