giovedì 3 settembre 2009

SICUREZZA INSICURA: le ronde a Santa Caterina Villarmosa

Fa discutere la decisione del sindaco di Santa Caterina Villarmosa Antonino Fiaccato di adottare le ronde per prevenire fenomeni di vandalismo e difendere i beni comuni. Da vigili cittadini caterinesi sentiamo il bisogno di esprimere il nostro parere a riguardo. Siamo assolutamente concordi con il primo cittadino e con coloro che credono nella necessità di tutelare i beni di tutti, tant’è che con diverse iniziative negli anni passati, abbiamo dimostrato questa esigenza.
Oggi, però, ci preme sottolineare che molto spesso le competenti istituzioni locali hanno dimostrato la loro latitanza nella tutela dei beni pubblici, lasciando campo libero sia ai vandali che alle normali conseguenze dell’abbandono. Si pensi ad esempio alla vicenda dello stadio comunale, abbandonato per anni e distrutto dai vandali anche per l’assenza di adeguata sorveglianza; o alla triste odissea del palazzetto dello sport, ancora incompleto, in totale stato di abbandono, meta di anonimi saccheggiatori; o al parco archeologico di c.da Cozzo Scavo, abbandonato da sette anni, con la casa del custode sempre vuota, percorso da due incendi e utilizzato da un anonimo contadino per coltivare carciofi... In tutti questi casi, così come in altri, la causa del degrado sta nell’abbandono da parte delle istituzioni competenti, nell’assenza della manutenzione, della sorveglianza e del controllo, gli unici veri deterrenti all’azione dei vandali. 
Pertanto riteniamo che la proposta delle ronde, in questo contesto, sia inutile e improduttiva. Occorre innanzitutto che le istituzioni manifestino, con politiche chiare, la VOLONTà di tutelare i beni comuni, attraverso la manutenzione di ciò che è pubblico ed il controllo costante; interessandosi della cosa pubblica ne trasmetteranno il valore e l’importanza della difesa. La cultura del rispetto dei beni di tutti, che non è assolutamente innata nel nostro popolo, si trasmette a tutti i cittadini attraverso progetti che stimolino la partecipazione alla gestione della cosa pubblica, così da sentirsi responsabili e tutori del bene. Contemporaneamente occorre educare i cittadini alla denuncia dell’illecito, superando la cultura dell’omertà che ci contraddistingue.. e questo non si fa con le ronde! 
In Italia la sicurezza, il controllo, la correzione della devianza è prerogativa tassativa dello Stato, esercitata tramite gli apparati organizzati composti da soggetti qualificati e a ciò preposti: Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di finanza, Polizia Municipale e non da comuni cittadini! La sicurezza delle persone e la tutela dei beni comuni devono continuare ad essere compito esclusivo delle forze dell’ordine dello Stato. Non si può affidare un compito così importante a CITTADINI impotenti che nel tempo libero si improvvisano sceriffi. Il cittadino deve sempre segnalare un eventuale illecito alle forze dell’ordine, non serve la divisa della ronda, non da maggiore competenza, non lo fa diventare un giustiziere della notte! La ronda sarebbe una sicurezza di facciata, apparente, ingannevole, sicurezza insicura! Non si può decidere di fare il poliziotto per hobby, anche perché c’è il rischio che potrebbe farlo chiunque e chissà con quale fine. 
E poi chi garantisce la sicurezza del volontario rondaiolo? Se ci scappa una coltellata di chi sarà la responsabilità: dell’improvvisato poliziotto, del sindaco, del capo del governo, del deputato nostrano o del ministro padano??! Comunque, aldilà delle ipotesi più fantasiose, il Prefetto ha precisato che attualmente, in assenza dell’apposito registro delle associazioni e della relativa autorizzazione, è impossibile costituirsi in ronde. 
Si punti invece al potenziamento del nucleo della Polizia Municipale, anche attraverso concorsi interni al personale in organico comunale; basterebbe fare qualche multa a chi imbratta i muri, a chi sporca le strade, a chi abbandona i rifiuti fuori dai cassonetti, ai piromani, a chi costruisce abusivamente.. Queste sono semplici riflessioni da cittadini, scevre da qualsivoglia appartenenza politico partitica nazionale o territoriale, sono considerazioni sociali finalizzate al miglioramento della gestione della cosa pubblica. Speriamo che altri cittadini esprimano la loro opinione su questo tema e che insieme si giunga alla definizione di una strada condivisa per la soluzione di questo problema.

Santa Caterina Villarmosa, 26.08.2009


Sebastiano Di Martino Dario Giancani

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